Indicò le zucchine che Manuela teneva in bocca. Voglio che tu faccia ondeggiare il tuo culetto come una cagnetta in calore, strofinandoti il clitoride… – Un’altra violenta pacca, sull’altra natica, un altro gemito…. Era quello dall’aspetto più sgradevole del gruppo, un volto crudele, pelato, occhi piccoli, un vistoso tatuaggio sul bicipite. Manuela sentì una lacrima che le scorreva lungo la guancia… Il sapore era terribile… si sforzò di non vomitare mentre deglutiva quell’orribile misto di cenere e saliva. Lo odiava anche in condizioni normali; a maggior ragione in quel terribile pranzo, col dolore dei peperoncini nel retto, il terrore di quello che poteva accadere con Cristina lì insieme alla sua famiglia, il nodo allo stomaco mentre aspettava di sapere se avrebbe potuto almeno parlarle… E Cristina aveva infierito su di lei, coinvolgendola continuamente, mettendola in imbarazzo (“a te piace il piccante vero, Manu? Tremava visibilmente – e un’occhiata strana da parte di Carlo le fece capire che almeno lui se ne era accorto…, Ci fu un attimo di silenzio, e poi l’imbarazzo fu rotto dalla madre di Manuela. Manuela mormorò “grazie, amore”, avvicinandosi al membro dell’uomo. Leo accese anche la televisione. Una nuova lacrima le attraversò la guancia di Manuela. Si sentivano dei rumori provenire da un piano più in basso, qualcuno che stava uscendo di casa, voci di bambini. Contenuto trovato all'internoMia Farrow potrebbe essere citata in questa sede anche per un altro fatto, quest'ultimo riguardante la sua vita privata. ... vera e propria istituzione a Hollywood, dedicava alle figlie che i due avevano adottato in tenera età. 50x70cm - NUOVA EDIZIONE SPEDIZIONE DAL 26/10Stampa formato 50x70cm su carta naturale crema 160g.La cornice non è inclusa.Print 50x70cm on 160g cream natural paper. Che facciamo? Arrossendo, si mise con le spalle agli uomini, e si chinò, acquattandosi a terra e prendendo velocemente il vasetto, sperando che non la stessero guardando. – Guardami puttana, – disse Cristina. E’ vero che io gli avevo dato corda in tutti i modi ma lui non si doveva comportare così. “E ora chiudiamo bene”, disse Cristina, sorridendo. – Ora, – disse quindi, rivolta a Manuela, tirando fuori di nuovo le chiavi di casa della sua vittima, facendole dondolare di fronte a Goran. Comunque no, non voleva essere attraente per quel motivo. – Le rifilò una violenta pacca sulle natiche. A quattro zampe.”. Manuela gemeva supplichevole, implorandola di smettere, e sentiva l’orgasmo allontanarsi per lo spavento… e poi ricominciava ad aspettare la cinghia, cercando di provare piacere anche quando la sentiva rigarle le natiche o la schiena, per poi concentrarsi sulla frustata sulla vagina…, – Forza puttana fammi vedere quanto ti piace la cinghia sulla fica… – la esortava Cristina. Per un attimo, Manuela sperò che a quell’età non potesse essere crudele e sporco come i suoi cugini. “Una passeggiata per miss culone sfondato,” commentò Leo, che aveva smesso di guardare la televisione e si stava godendo anche lui lo spettacolo delle sofferenze di Manuela. Cristina sorrise, accarezzando il volto di Manuela con un ghigno sadico. Puoi mandare giù.”. Il fazzoletto aveva un disgustoso odore di rancido e le lasciava una patina appiccicosa sulla pelle. Quando ebbe finito di pulire la stanza, Thiago appoggiò il bastone con lo straccio e il secchio in un angolo, e si avvicinò a Manuela. Apri bene le gambe e piegati per mostrarmela. Di questo fatto ho parlato solo a tre persone. Mi sono rivestito e me ne sono andato. “Ma guarda, che dolce… hai messo il completino in tinta col vestito,” disse. Schioccò le dita. Manuela scosse debolmente il capo, ma non disse nulla. – Finalmente sei stata messa al tuo posto, puttana boriosa, vero? Altrimenti non c’è problema, posso dare entrambe le cose a Goran e chiedere se i suoi amici vogliono fare una visita ai tuoi prima che torni a casa. Manuela alzò lo sguardo da terra, incontrando gli occhi crudeli di Depoulos. Manuela ansimava. Qualche schizzo di latte era fuoriuscito dai capezzoli mentre l’uomo stringeva le morse; lui ne era stato molto sorpreso. “Cosa… cosa vuoi dire?”, Cristina rise di nuovo… Manuela conosceva molto bene quella risata. Manuela si sforzò di non emettere alcun suono, i seni ancora più dolorosamente compressi contro la superficie liscia e fredda della scrivania… sentì una familiare sensazione di umido sui capezzoli… e fra le gambe. Manuela si inginocchiò, e si mise a quattro zampe, iniziando a strisciare sul pavimento coperto di moquette, attorno alla scrivania, verso il direttore. Tienile aperte con le mani. Manuela cominciò ad apparecchiare, portando le tovaglie, i piatti, le posate. Vedendola entrare, sua madre le si rivolse con un gran sorriso. Un giorno mi dice se voglio passare con lui sabato e domenica. Si volse verso Cristina. Anche se spaccavo tutto ed ero pure violento ho sempre sognato che qualcuno mi prendesse con la dolcezza nonostante tutto, a uno del genere io avrei dato anche l’anima, ma trovavo solo gente che mi strillava contro e che mi allontanava malamente. Ti rendi conto di quanto fai schifo?”. Cristina era ferma sulla porta, che la guardava. – grazie…, – Se finisci prima che ci svegliamo, – continuò lui, aprendo un cassetto della cucina mentre parlava, – ricominci da capo. Manuela obbedì, prendendo in bocca le zucchine. Manuela scosse il capo, ma non osò replicare. Manuela rimase ancora immobile, continuando a masturbarsi. Goran sorrideva, evidentemente compiaciuto dalla vista di quella bella ragazza legata e imbavagliata che si contorceva per il male che le stava facendo. Poi sentì Cristina che diceva “questo lo mettiamo qui, potrebbe servire ancora dopo”, e il pennarello che le veniva spinto nell’ano… Gemette ancora di umiliazione e dolore, e subito dopo anche di paura, quando sentì che Cristina le stava mettendo una mano fra le cosce. Non si può aspettare, per vivere il Vangelo, che tutto intorno a noi sia favorevole, perché molte volte le ambizioni del potere e gli interessi mondani giocano contro di noi. – N… no… no… amore…, – Lucas lavora in cantiere, nel box abbiamo una carrucola, – disse lui, continuando a giocare con lei al gatto col topo… – Chissà. Contenuto trovato all'internoCos ritorna al paese, trova la moglie sposata a un suo antico innamorato e con una figlioletta, si rifiuta di riprendere il suo posto nella vita civile e familiare, rimane il fu Mattia Pascal che ogni tanto si reca a visitare la propria ... Lei cercò di parlare non appena ebbe un filo di fiato. Baciami le scarpe e chiedimi di punire la tua schifosa fica fradicia per aver sporcato la mia cinghia, e per averci fatto aspettare mentre ti divertivi a fare la baldracca col signor Demir. Voglio solo sistemarle in un altro modo.”. Sì, raccontare di me è stata la scelta più importante della mia vita. Non aveva più nessun controllo sul suo corpo… lo odiava…. Verifica dell'e-mail non riuscita. “Tutti…” mormorò Manuela. Manuela gemette di dolore mentre leccava i testicoli pelosi e gonfi di Leo. – Completiamo il quadro e con un bel cazzone nel culo del tesoro di papà, cosa ne dici? “Vedremo se è tutto in ordine,” disse lui, “o se dobbiamo punirti.”, Manuela non rispose, continuando a servirlo più dolcemente che poteva. Col volto premuto sotto la scarpa di Mancino, Manuela non poteva vedere, ma sentì il rumore del pennarello che veniva stappato, e poi ne sentì la punta bagnata contro le natiche… Muoversi sulla sua pelle mentre Cristina le imponeva quel nome umiliante…. Tu quindi sei Manu… Carlo mi ha parlato moltissimo di te!”, “Grazie… è un piacere anche per me,” disse Manuela, stringendo la mano di Cristina… e poi, sentendo la pressione con cui la ragazza la attirava a sé, avvicinandosi a scambiare due baci sulle guance. beh, che se ne vadano pure al diavolo! “Si… amore,” rispose Manuela, provando una fitta allo stomaco. – E siccome forse pensi che la punizione se non ci riesci non possa essere peggio di quello che già ti faccio tutti i giorni, vorrei chiarire questo punto. “Cosa aspetti?” disse lui. – Voglio guardarti in quei begli occhioni, mentre ti strizzo queste belle poppe…, Manuela volse il viso verso di lui, gli occhi imploranti e disperati. Titus la raggiunse dopo una decina di minuti. – No.. no signor Depoulos… io…. Mentre usciva dalla sala, sentì una frase di Cristina (evidentemente pronunciata con un tempismo perfetto perché Manuela la sentisse): “Certo che Manu la comandi proprio a bacchetta…” La frase era detta con un tono molto divertito, e a seguire ci fu lo schiocco di un bacio…. Leggi il testo di Sotto il segno dei pesci - Live di Antonello Venditti tratto da Sotto il segno dei pesci - The Anniversary Tour (Live) su Rockol.it. 60x80cm II ed. Riprese a muovere i fianchi, cercando il membro di Titus, e anche la pressione sul clitoride, dolorosa ma necessaria… Questa volta anche lui si muoveva, prendendola con forza: spingeva il membro fino in fondo, fino ad appoggiarle i testicoli alle natiche, per poi tirarlo fuori per metà e poi ricominciare… Manuela si rese conto che nonostante tutto stava ancora provando piacere in mezzo a tutto quel dolore, riprese a gemere e mugolare, mentre Titus la sbatteva sempre più forte… ora la pentola si muoveva a ogni spinta, l’acqua oscillava andando a bagnare nuovi centimetri di pelle, e spaventando Manuela che temeva che si rovesciasse… I gemiti della ragazza aumentarono fino a diventare una serie di urli… e infine, quando Titus spinse il membro tutto dentro di lei, schizzando il suo caldo seme nell’intestino della ragazza, lei venne, tremando in tutto il corpo, venne anche se Titus di nuovo stava stringendo forte sul clito e sulle grandi labbra, venne piangendo…, Titus aspettò di aver scaricato tutto il proprio sperma dentro di lei prima di tirarla su dall’acqua, cosa che fece, ancora una volta, strattonandola per i capelli. Cercò di muoverla come poteva. Se lo fece scivolare in bocca, fino a sentirlo contro la gola. ortò le mani alle natiche di Manuela, cominciando a palpare la morbida carne della ragazza con gusto. Depoulos fece una pausa, e poi scandì le parole: Allungò il braccio, e lasciò cadere l’anello nel cestino dei rifiuti. Contenuto trovato all'interno – Pagina 197MUISUTATUD MUHTIGUNNHILINDRIMITIMINIMITTIILINUITINUNTII mm il MONDO m 197 sem tacalta , se vuoi etto . e lo ( ( for late anto ... I miei genitori non mi vanna di Sermeilles . rato da essi presso un rigattiere . lo , in quella tenera età ... – Fammi vedere i buchi, – le disse seccamente. – Dieci… dieci sulle… natiche… e cinque… davanti…. “Il signor Leye si fermerà a pranzo, così avrai modo di giocare con Brutus.”. – Si mamma, ti richiamo dopo va bene? Ogni tanto commentava un prodotto: – banane… 4 euro… belle dure… – oppure, – yogurt greco… ti piace lo yogurt vero? “Immagino che cose importanti puoi avere da dire…” Scosse le spalle, sedendosi alla scrivania di Carlo. Di nuovo si rivolse ai colleghi. Manuela strinse i denti, gemendo. – Subito, amore, – mormorò, col magone. Depoulos rallentò gradualmente, per poi fermarsi, ancora col membro ben piantato nella bocca di Manuela. – Quand’è stata l’ultima volta che sei stata sculacciata, troia? – Per tua fortuna il proprietario del mercatino qui sotto è nostro amico. Contenuto trovato all'interno – Pagina 178Ah , vibrami nel seno D'esser giusto s'esalta , e alla vendetta , Un ferro , se lo vuoi , ma dirti debbo Come a grand'atto ... Esser crudele , universal sepolcro ; Tu sol fra tanti dell'umano spirto Questa tenera vita e queste mani Vero ... “Si… padrona…” mormorò. Cristina era stata chiara su quello che avrebbe voluto fare a Sara, non c’erano dubbi che fosse sincera. “Papà ti aspetta. La cinese annuì. Finalmente lui si decise a sfilarlo. Il tuo vero papà. ed unità per noi che meritiamo un'altra vita più giusta e libera se vuoi, corri amore, corri non avere paura Mi chiedevi che ti manca? Manuela aveva ormai realizzato che genere di persona fosse la sua tormentatrice, ed era terrorizzata all’idea di quello che poteva avere in serbo per lei. C’ho sempre una maledetta paura di fare il passo più lungo della gamba, di correre troppo… io voglio che noi andiamo di pari passo perché nel sesso dobbiamo veramente essere in due però, mannaggia, il tempo passa e alla fine ne abbiamo parlato solo, però quando ne abbiamo parlato ero proprio eccitatissimo, non era il fatto di parlare di sesso, era il fatto di parlare di sesso tra noi, l’intimità era pazzesca è mi sono eccitato in modo pazzesco… e quella notte intera al telefono a parlare piano piano per non farci sgamare, non era nemmeno parlare di sesso, anche quello, sì, però era proprio il fatto che eravamo disposti a stare una notte intera al telefono l’uno per l’altro… perché io lo sapevo benissimo quello che passava per la testa a te e tu sapevi benissimo quello che passava per la testa a me… e non solo per la testa. La ragazza si contorse istintivamente per il dolore, ma non osò muovere le mani dalla testa. Allora? Manuela iniziò a tremare, terrorizzata. Manuela alzò lo sguardo, confusa, sempre più confusa… Cristina le si avvicinò ancora. Storace prese a muovere il membro con lenti movimenti circolari… Manuela sentiva il glande dell’uomo che le spingeva contro le grandi labbra, gliele apriva, che si strofinava contro il suo clitoride… che scivolava avanti e indietro fra le sue natiche… lo sentì scivolare indietro, posizionarsi per penetrarla… e fermarsi. Sarebbe bello organizzare qualcosa con lei…”, Manuela fece per parlare, ma Cristina le strattonò i capelli per zittirla. Manuela obbedì, tremando, mentre l’uomo, lasciati i capelli della ragazza, si tirava su le maniche della camicia. Alzando gli occhi, vide che Cristina aveva preso dalla borsa dei guanti di lattice, e li stava indossando. Lei tornò ad avvicinare la bocca, questa volta cominciando a leccare le dita, l’incavo fra le dita… Provò un brivido di disgusto, ma non disse nulla. Cinque minuti!”. “Io… avrei bisogno di parlare… padrona…”. “In ogni caso, vista la tua disobbedienza di prima, non ti aspetterai che ti permetta di lavarti il muso con acqua e sapone,” disse Cristina. Manuela scosse il capo, spalancando gli occhi. – Se rivuoi le tue cose dovrai ricomprarle. Le sembrò di aver ricevuto un pugno nello stomaco. Forse il vivere vicino a una grande città come Milano mi ha aiutato. – Mi risulta che Depoulos lo faccia regolarmente. Senza nemmeno guardare Manuela, le prese i polsi, uno per uno, e li legò alla base delle gambe dello sgabello. Il morso strappò a Manuela un gemito di dolore e nuove lacrime, e le lasciò il segno. Per grande parte del tempo rimase inginocchiata nuda nella doccia: qualcuno si fece lavare da lei, qualcuno si fece leccare i testicoli o l’ano mentre si lavava. – Va bene, – rispose Goran. “Vedete, è addestrato bene,” disse Leye, soddisfatto che il cane si fosse messo in posizione da solo. La cornice non è inclusa.Sergio Endrigo tribute art print in second print, limited edition. Non toglierò il vaso in nessun caso. Doveva solo resistere… solo aspettare che passasse. Mentre componeva un numero, alzò una gamba, puntando un piede verso il volto di Manuela. Sembrava che fosse ossessionato dall’idea che le belle ragazze fanno carriera troppo facilmente. Dallo a lei. Manuela tirò fuori la lingua, sentendo la il grumo di saliva di Depoulos che le scivolava in bocca. “Fagli vedere che tu sei una a cui piace prenderlo in bocca, e che manda giù volentieri….”, Di nuovo Manuela trattenne un conato. “E ora fammi sentire tutta la tua passione, troietta,” disse. Avvicinò il volto, lo affondò fra le natiche di Cristina, e cominciò a baciarla, dolcemente, immaginando di starla baciando sulla bocca… sprofondò la lingua nell’ano della sua padrona, gemendo e ansimando delicatamente, come una ragazzina al suo primo bacio… sentì i seni che ricominciavano a gocciolarle, e i succhi le scendevano lungo le cosce. – Allora, Fuffi, è il momento di decidere quanto valgono le tue cianfrusaglie, – disse Cristina, accovacciandosi per parlare a Manuela da vicino, guardandola, – ora ecco cosa faremo. Non osò alzare gli occhi, vedeva solo le gambe, un paio di pantaloni caki logori. Effettivamente l’acqua cominciava a scaldarsi… Manuela sudava, ed era sempre più spaventata. Scosse il capo. “Sì, padrona,” mormorò. Il suo Teatro è da sempre legato alla Sardegna, alla figura femminile sarda e alla comunità.In questi ultimi tre decenni, da quella lontana laurea con lode in drammaturgia a Bologna, Susanna non si è mai fermata. Abbassò lo sguardo, arrossendo. Aveva il disegno di una maialina stilizzata, in lingerie, con un cetriolo in mano, e la scritta a lettere maiuscole “MAIALA IN CUCINA… PORCA A LETTO!” Manuela lo indossò, e aprì il frigo, trovando le zucchine. “Non mi sembra un mio problema… stai di nuovo parlando senza autorizzazione?”, Manuela impallidì. – Goran, prepara la cinghia. Manuela tornò poco dopo con un vassoio con due bicchieri di prosecco freddo di frigo. Manuela strisciò verso il bagno, a quattro zampe. Manuela emise un gemito di dolore. Nel frattempo era entrato Goran. Titus sfilò il membro e lasciò la presa dello schiaccianoci. Manuela singhiozzò ancora. C’erano primi e secondi, di carne e pesce, bottiglie di birra… Mangiarono con calma, gustando e commentando ogni piatto. – Scusa… – mormorò lei. Manuela prese la presina, e la porse al ragazzo. Manuela provò l’impulso di alzarsi e fuggire, ma le sue gambe erano immobilizzate. – Per oggi ti darò io qualche consiglio su come fare. Goran prese un altro pezzo di nastro adesivo, più lungo, e di nuovo si avvicinò a Manuela. Goran si accovacciò accanto a lei. Quando torni ti controllo l’alito, e se non mi piace ti faccio passare la notte in un cassonetto della spazzatura.”. Goran la condusse fino al centro della stanza, e poi si buttò su un divano. “Vai ad aprire tu, cagna. Oggi sei fortunato.”, “Carne fresca? Manuela si rese conto dell’errore che aveva commesso e tornò ad appoggiare la guancia sul pavimento. “Quasi a posto,” disse quindi Cristina, sfilando le dita. Il commento di lui le giunse come una nuova fitta al cuore: – ma guarda che belle mammelle da frusta! Cristina non poteva essere davvero così crudele. Non doveva avere più di vent’anni. – Smetti di lavorare un secondo e guardami, tettona di papà, – le sussurrò. Manuela aveva esitato, confusa. – Vuoi guardare l’orologio mentre ci divertiamo, tesoro? Appoggiò, il fazzoletto sulla vagina aperta della sua vittima. – S… si… amore… certo… – mormorò subito lei. Leo stava facendo l’ennesimo video, fece uno zoom sul sesso di Manuela e uno sul volto. Lei arrossì un pochino. Era tumefatta, irritata, escoriata, gonfia, da entrambe le parti. Manuela aveva guardato Cristina con occhi imploranti; la ragazza, per tutta risposta, le aveva applicato il nastro adesivo sulla bocca. Lucas si fermò, e le si avvicinò. Sollevò il busto il minimo indipensabile per girare la chiave e aprire la porta. “Ma quindi… per pranzo abbiamo combinato?”, Goran annuì. Le era bastato uno sguardo per capire che qualcosa non andava; Cristina non era soddisfatta. Si affrettò verso la porta, e uscì dall’ufficio che aveva cambiato la sua vita per sempre. Non l’aveva intesa in quel modo… ma l’aveva fatta. Come poteva sopportare quella vergogna…? Un'attesa lunga secoli. Manuela era completamente in tilt per il mix di paura, umiliazione, disgusto, dolore, piacere… “No…. Una mano sola. “Mangiano dallo stesso piatto… Come Lilli e il Vagabondo!” Mentre parlava, introdusse indice e medio dentro di lei. Poi Manuela venne passata a Rizzo, che per ridarle il portafoglio con i documenti volle farsi fare una spagnola, obbligandola in più a tenere la bocca aperta e la lingua fuori, e sputandole ripetutamente in bocca… e poi Candiani, che aveva le chiavi della macchina di Manuela, e che la fece mettere con la testa appoggiata a una scrivania, i seni stretti dentro un cassetto semiaperto, e la sodomizzò tenendola per i capelli…, Quando il giro dei colleghi fu finito, a Manuela mancavano solo le chiavi e il cellulare, che erano in mano a Cristina. Stai brava…. Abilita i cookie per utilizzare il carrello. – Ora comincia a masturbarmi mentre ti spiego ancora un paio di cose, – disse lui. Ascolta l'audio registrato martedì 10 agosto 2021 in radio. – Vi prego… – mormorò Manuela, – quello che voi pensate di me non è vero, io non…. Hai la fica e il culo più spanati di una troia da strada, non ha bisogno di lubrificante.”, Lei aveva cominciato a tremare. Non riusciva a immaginare cosa Cristina avrebbe raccontato a suo fratello per giustificare la sparizione dei fazzoletti… poteva solo sperare che non raccontasse la verità…, Mentre lo pensava, sentì un brivido al sesso, ripensò a tutti quei fazzoletti, allo sperma di chissà quanti giorni che le riempiva il sesso…, In quel momento si sentì la voce di Anna: “Ragazze! Manuela si sforzò di non emettere nessun suono, nessun gemito, rimase in attesa, le lacrime che le scorrevano sulle guance, le mani impegnate a lavare un pomodoro. Cristina le si avvicinò. C’era un pessimo odore, un misto di fumo di sigaretta, spezie, sudore. Manuela rabbrividì… quel tono di voce quasi affettuoso, quel “tesoro”, erano ancora più umilianti delle offese di prima… – Mi piace saperti vogliosa, – continuò lui, – ma sai che ora devo darti la tua giusta punizione… Quante cinghiate erano? E Marisa se n'è andata, oggi insegna in una scuola, vive male e insoddisfatta, e capisce perché è sola, ma tutto quel che cerca e che vuole è solamente amore ed unità per noi, che meritiamo un'altra vita, violenta e tenera se vuoi, nata sotto il segno, nata sotto il segno dei pesci. Venga nel mio ufficio fra mezzora. Era fradicia… come sempre… scoppiò in lacrime… cosa era diventata? – Scusa, – disse… e subito dopo provò vergogna per averlo detto. “Grazie, padrona,” mormorò. Titus accese il fornello sotto la grossa pentola che Manuela aveva preparato con l’acqua. E Marina se n'è andata. “Non capisco…” balbettò. “E appoggiaci sopra le tette.”, Manuela rispose “si, amore,” e si avvicinò allo sgabello. Vide nello sguardo sprezzante dell’uomo, riflessa, tutta l’oscenità, la degradazione di quel momento. Bruno aprì un cassetto e ne tirò fuori un guinzaglio per cani, con un collare di cuoio borchiato. Non hai diritto di protestare se qualcuno usa le tue cose, o ti dà una pacca sul culo alla pausa caffé… – gli occhi di grigi di Depoulos sondarono la reazione di Manuela a questa frase, prima che lui continuasse: – e nemmeno se qualcuno ti sputa sulla scrivania o ti sputa in faccia. Va bene? Si alzò, e le diede un’ultima violenta pacca sulle natiche nude. Averla tenuta tutta la notte le aveva procurato una grandissima sofferenza, e sfilarla fu difficile e straziante. Manuela rimase in attesa. Appoggiò l’imboccatura alla mammella legata della ragazza, fissando con un ghigno sadico gli occhi terrorizzati di lei. Goran le passò il collare attorno al collo e chiuse la fibia. Lui lasciò fare, godendosi lo spettacolo del bel volto di lei… le guance arrossate… i begli occhi nocciola resi velati di lacrime.. le mani che un po’ impacciate gli slacciavano il bottone dei calzoni, e poi gli abbassavano la cerniera. Tutti i presenti fecero versi e fischi di apprezzamento. Cristina annuì, e si rialzò. Manuela guardò Cristina con occhi imploranti, ma non si fermò, continuando ad avvicinarsi. – Forse volevi dire “si grazie”, puttana, – ringhiò Goran. Per tutto il finesettimana, aveva sfogliato i libri e cercato su Internet per capire qual era la cosa peggiore che poteva capitarle. – S… si signore… – pianse lei, – si… la mia fica merita di essere riempita di merda… padrone… è una sporca fica da troia… merita di essere riempita di merda e di piscio…. Era un tizio basso, opulento, quasi completamente calvo; quei pochi capelli che gli erano rimasti, erano lunghi e incolti. Per un solo istante ebbe il dubbio se chiedere chi era, prima di aprire, ma i suoi aguzzini non l’avevano detto, quindi non era autorizzata a farlo. Con tutto quello che aveva subito in quei giorni, le faceva malissimo. Lui ignorò il saluto di Manuela. – Lucas, tu che sei un amante del culo, – disse Goran, rivolto a uno degli uomini, – dai un’occhiata qui. Storace guardò Depoulos, incerto. Alla fine decise che non poteva aspettare oltre. “Ti piace anche farti scoreggiare in bocca…” continuò Cristina. Tremava. Depoulos rimase impassibile, rifilandole un primo, secco colpo sulla vagina nuda, di piatto, col righello. Era da molte ore che non provava vero e proprio piacere, solo dolore…, Leye concluse con una pacca sulla vagina di Manuela, che la fece sussultare. LibriVox is a hope, an experiment, and a question: can the net harness a bunch of volunteers to help bring books in the public domain to life through podcasting? Muovi il culo. Lucas completò il suo turno orinandole in bocca, e anche Leo lo volle imitare subito dopo. Quello nella foto era Carlo, suo fratello. Due lacrime le rigarono le guance. Cominciò a muoversi carponi verso Brutus, le braccia e le gambe che le tremavano. “Lo desidero… tanto. “E non è nemmeno tanto brava a leccare il culo,” intervenne Leo, dando un ceffone a Manuela. Nello stesso momento, il cane arrivò al suo cibo, e cominciò a leccare e sbocconcellare… Manuela ricominciò a piangere a dirotto, contorcendosi, ripetendo “no… no… no…” Ogni volta che sentiva il contatto dei denti di Brutus sulle grandi labbra, non riusciva a impedirsi di fare uno scatto in avanti, e le morse che le trattenevano i seni le procuravano dolori lancinanti…, Dopo aver pulito l’esterno del sesso di Manuela, Brutus cominciò a cercare con la lingua lingua viscosa i bocconcini che Leye aveva spinto all’interno…, “Vedi com’è dolce il tuo fidanzatino?” disse Cristina. Cristina si spostò di lato e le sollevò il vestito da dietro, rimboccandolo attorno alla sottile cintura di tessuto che lo stringeva in vita, in modo da scoprire le natiche di Manuela. “Si… padrona…” rispose Manuela, senza togliere la bocca dalle natiche della ragazza. Scegli.”, Manuela sapeva di non poter implorare, di non poter più nulla. Voleva rispondere di no. Riprese l’equilibrio e poi rimase immobile, respirando a fondo. LA MIA CITAZIONE . Prese fiato, sentendosi bruciare per l’umiliazione: – scusami ti prego scusami… che… buco vuoi… tesoro? Discoteca Italiana's homage to Enrico Berlinguer, to the sunset of ideology and to the end of street dreams. Manuela gemette. Manuela fremette, ma riuscì a emettere solo un debole gemito soffocato mentre annuiva sottomessa: – si amore…. Si sentì colpevole per essersi alla mercé dell’uomo più disgustoso e volgare del mondo… colpevole e sporca… Portò le mani al sesso, entrambe, e si aprì le grandi labbra per il suo padrone, obbediente. – Li terrai in mano finché non avrai avuto la tua punizione.
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